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La seconda sottoserie di questa sezione è dedicata ai "Corsi delle donne". È qui raccolta, nel suo complesso l'intera documentazione relativa all'istituzione di corsi e delle strutture -la nascita della Cooperativa Gervasia Broxon prima e dell'Associazione per un Libera Università delle Donne successivamente- e dei corsi delle e per le donne: a partire dalla progettazione fino alla realizzazione dei programmi, passando per i documenti sulla didattica, le relazioni, i piani di formazione per le partecipanti ma anche per le insegnanti, le presentazioni dei corsi e le raccolte dei lavori svolti in ogni singolo anno scolastico.

Nell'ambito delle "150 ore", che prevedevano appunto corsi di alfabetizzazione e il recupero della scolarità obbligatoria per lavoratori e lavoratrici all'interno del proprio tempo di lavoro, accade che ad Affori e precisamente nella scuola di v. Gabbro, si costituisca una classe di sole donne e che a far parte del corpo insegnante ci sia anche la Melandri, che passa così dalla formazione dei ragazzi a quella degli adulti. Questa esperienza, che copre un intero decennio, dal 1976 al 1986, viene ben presto investita dall'approccio antiautoritario e ancor più dalla pratica femminista, trasformandosi ben presto anch'essa in progetto politico.

Vai al dettaglio: "150 ore"

E proprio da un corso 150 ore per casalinghe che nasce la "Cooperativa Gervasia Broxon" che più breve (1980-1982), oltre a rappresentare l'opportunità di formazione e professionalizzazione sulla grafica, si concretizzerà in un vero e proprio piano di lavoro finalizzato alla realizzazione di una tipografia gestita dalle socie stesse. Quest' esperienza, che qui è narrata attraverso gli atti amministrativi, ma anche i documenti relativi ai programmi e alla presentazione dei corsi, dai materiali prodotti agli appunti raccolti durante i corsi e alla descrizione delle varie attività svolte, è raccolta in 1 faldone.

Vai al dettaglio: Cooperativa "Gervasia Broxon"

Storia a sé è invece quella che riguarda l' "Associazione per una Libera Università delle Donne", 4 buste, nata nel 1987 da un gruppo di donne che aveva partecipato all'esperienza didattica dei Corsi di Educazione per gli adulti frequentati dalle donne e alle esperienze dei Consultori per la salute della donna. La pratica dell'Associazione, tuttora esistente, è in continuità col femminismo, sia nei temi di ricerca che nel modo di procedere, con una progressiva apertura ad aree di riflessione che nel frattempo la storia ci proponeva: le reti cyber e le biotecnologie, la guerra e l'incontro con culture e vite diverse dalle nostre. Il nome -Libera Università- implicitamente richiama l'insegnamento e la ricerca, fuori dalle strettoie accademiche; l'originario impianto pedagogico che si esprimeva nei Corsi, regressivo rispetto alla pratica femminista, nel confronto con le vite delle donne che vi partecipano si fa pratica politica, opportunità di cambiamento; alle contraddizioni si guarda consapevolmente, perché siano fertili, dei ruoli interni all'Associazione (docenti, corsiste, segreteria) si discute perché non si irrigidiscano. Al suo interno Melandri porta avanti il suo primo amore, ovvero quello che lega le donne alla scrittura, e la modalità di scrittura che meglio le rappresentano ovvero la "scrittura d'esperienza".

Vai al dettaglio: Associazione per una Libera Università delle donne

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