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Gli Archivi della Fondazione Elvira Badaracco conservano un nucleo omogeneo di dodici manoscritti autografi di Anna Franchi (Livorno 1867-Milano 1954), tutti dedicati agli artisti macchiaioli e, rimasti inediti, ignoti alla critica. Le 356 carte consentono di ampliare la conoscenza della produzione storico-artistica della scrittrice e giornalista di origine livornese, figura emblematica del movimento emancipazionista di fine Ottocento e prima divulgatrice delle ricerche perseguite dagli artisti della "macchia".

Introduzione all'archivio

Anna Franchi e i Macchiaioli Verso la fine degli anni Novanta dell'Ottocento Anna Franchi aveva cominciato a pubblicare qualche breve articolo d'informazione artistica per "La Nazione", "La Settimana", "La domenica fiorentina", come per "La Lombardia", o "Il Tempo" di Milano, quasi sempre corrispondente delle grandi esposizioni internazionali. A partire dal 1897 curava l'informazione sulle Biennali veneziane, in particolare la V e la VI edizione del 1903 e 1905 recensite su "Il Tempo"; seguiva la grande esposizione parigina d'inizio secolo per "La settimana", e le mostre fiorentine per "La domenica fiorentina" ed "Arte e artisti"; senza mancare di rendere note le esposizioni più o meno importanti e promuoverne gli artisti. La sua attività di critica d'arte, intensa per tutto il primo decennio del Novecento, scemava nel corso degli anni e, ridottasi ad interventi sporadici, continuava ad alimentarsi nell'antica predilezione per il movimento pittorico macchiaiolo, principale oggetto dei suoi interventi di critica. Nel 1883 a Firenze, appena sposa, Franchi era difatti entrata in contatto con quel cenacolo toscano di artisti. Grazie all'amicizia di Ettore Martini con la famiglia dei pittori Angelo e Lodovico Tommasi, aveva conosciuto nella casa alla Bella Riva Silvestro Lega, maestro dei due fratelli, ed era entrata in confidenza con Telemaco Signorini e Giovanni Fattori cordialmente ospitati dalla famiglia. L'interesse per l'arte figurativa, specie per la pittura sempre coltivata da dilettante, aveva presto trovato sfogo nello studio storico dell'arte italiana, nutrito dalla frequentazione delle Gallerie fiorentine, e nell'interesse per l'arte contemporanea di matrice toscana. Riconoscerà però a Signorini il debito di una vera e propria iniziazione alla critica d'arte, maturata poi nel contatto diretto e prolungato con gli artisti e le opere dei Macchiaioli. Nel corso della sua vita, Anna Franchi avrebbe difatti alimentato una passione indefessa per l'arte libera e rivoluzionaria del movimento e, se "le coraggiose battaglie degli artisti toscani, le loro discussioni", le davano "quel gusto di polemizzare" che la spingeva "verso l'articolo battagliero, anche politico", avrebbe ugualmente rafforzato nel loro esempio la propria identità di rigore morale e autonomia dalle autorità, accademiche o politiche che fossero, e rispecchiati in esso gli ideali risorgimentali maturati nella casa paterna ("La mia vita", 1940). Da Telemaco Signorini le era venuta la proposta di scrivere un saggio che potesse narrare le vicende storiche di quegli artisti riunitisi alla metà dell'Ottocento presso il Caffè Michelangelo di Firenze. Nel 1899, il pittore si era fatto promettere così la scrittura di "un libro ove gli artisti che avevano creato il movimento, presentati in gruppo, descritti nelle loro personalità, riuniti in una sola aspirazione, avrebbero veramente determinata l'importanza del movimento stesso di fronte alla storia dell'arte ed alla storia dell'umanità" ("Precisazione", in "Giovanni Fattori", 1953, p. 12). L'artista, morto nel 1901, non avrebbe però potuto assistere all'uscita del volume "Arte e artisti toscani: dal 1850 ad oggi", pubblicato da Alinari nel 1902 e a lui dedicato. Un'anticipazione di quelle pagine era stata data qualche mese prima nella conferenza pronunciata dall'autrice alla Famiglia Artistica di Milano e di seguito replicata al Circolo degli Artisti a Firenze. Le conferenze del 1901 si rivelarono solo le prime di una lunga serie. Se l'impegno di Anna Franchi come conferenziera d'arte resta difficile da quantificare sui pochi dati precisamente documentati, sarebbe stato da lei stessa genericamente richiamato ad ogni occasione favorevole. Intenzionata a far conoscere gli artisti della "macchia" ricordava che "la loro arte non era nota ancora ovunque, certo non ancora apprezzata dal pubblico" e che, parlando di loro in alcune conferenze, pronunciate qua e là per l'Italia, "in una grande città, ove l'arte aveva pure numerosi cultori, mi si chiese: - Chi era Lega? Banti, Sernesi, Abbati, chi erano!" ("I Macchiaiuoli", 1922, p. 49). Una la pronunciò certamente in occasione dell'"Esposizione Retrospettiva" inaugurata nell'aprile del 1910 a Firenze. Nel salone, dove era il "Riposo" di Giovanni Fattori, faceva paio alla conferenza di Plinio Nomellini difendendo gli organizzatori dall'accusa di eccessiva varietà nella presentazione delle opere. Nel fondo Franchi, conservato presso la Biblioteca Labronica di Livorno, resta invece traccia di quelle conferenze pronunciate piuttosto sul finire della sua vita. Una su "Giovanni Fattori" tenuta al Lyceum di Firenze nell'estate del 1948 in occasione della donazione alla Galleria degli Uffizi di un ritratto di Anna Franchi dipinto da Giovanni Malesci, discepolo ed erede dell'artista livornese, e ugualmente riproposta nella Sala della Casa Editrice Garzanti; una su Lega e Signorini "Due anime diverse nella medesima via: Silvestro Lega, Telemaco Signorini" letta sempre al Lyceum di Firenze nel marzo del 1949 e raccolte in unico volume dalla casa editrice milanese Ceschina. Restano dattiloscritte una conferenza dal titolo "Davanti a due quadri di Fattori" (B XVI 15) datata febbraio 1950, l'"Inaugurazione di un cenacolo" (B XVI 9) datata 5 febbraio 1951, così come i due saggi "Sulle Accademie" e "La macchia" (B XVI 10, 10 bis) datati marzo 1953, anch'essi probabili canovacci di interventi pubblici. Le conferenze, qualche articolo e pochissimi volumi importanti riannodavano il vincolo stretto con gli artisti superstiti del gruppo macchiaiolo, sostenendo il merito della prima difesa e promozione di un'arte ancora misconosciuta dalla critica, indifferente all'opera di quel manipolo di combattenti e anti-accademici solo tardamente recuperato nel novero dell'alta pittura italiana. Nel fondo Franchi della Biblioteca Labronica di Livorno non resta segno degli accordi con l'editore Alinari per la pubblicazione del 1902 su "Arte e artisti toscani", così come per il "Giovanni Fattori" del 1910, pubblicato in concomitanza della "Esposizione Retrospettiva" promossa dalla fiorentina Società delle Belle Arti. Solo il consigliere delegato della Garzanti, in una lettera del novembre 1942, facendo osservare che la casa editrice, già depositaria del dattiloscritto "I Macchiaioli toscani", come di quello "Viaggio nei pianeti", non poteva "prendere responsabilità di fronte a deprecati rischi di guerra" e garantirne la conservazione, lascia un indizio relativo alla futura pubblicazione del volume. Uscito nel 1945, rieditava il precedente "Arte e artisti toscani" del 1902 con varianti significative solo nell'introduzione e nelle biografie dedicate a Signorini e Fattori che verranno presentate invertite rispetto all'ordine iniziale, lasciando così Fattori occupare il primo posto; manteneva invece la struttura bipartita che aveva distinto le biografie degli artisti frequentatori dello storico Caffè Michelangelo, chiuso definitivamente nel 1866, da quelli che, più giovani, trovando nell'arte della "macchia" ispirazione, potevano dirsi allievi o seguaci. Qualche anno più tardi, nel rispondere a Lucilla Antonelli, Sofia Garzanti si mostrava invece scettica sull'opportunità di pubblicare il testo della conferenza fattoriana pronunciata a Firenze nel 1948, suggerendone piuttosto l'uscita in una rivista d'arte o letteratura o, in caso, in una ristampa di "I Macchiaioli toscani" (pagine che troveranno invece successiva pubblicazione in quel "Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini. Conferenze e saggi", edito a Milano nel 1953 dalla casa editrice Ceschina). D'altro canto, nel 1940, Garzanti aveva già avuto modo di presentare "La mia vita", quell'autobiografia nella quale Anna Franchi non aveva mancato di consacrare un intero capitolo ai Macchiaioli. La corrispondenza con gli editori è inoltre testimonianza indiretta dei tentativi vani di dare alle stampe un'ampia trattazione della storia dell'arte italiana. Nel 1942 Anna Franchi prendeva accordi con la casa editrice Nerbini per la pubblicazione di quattro volumetti in serie sulla storia dell'arte; volumetti che la "grande e giustificata fiducia" nel valore e nella competenza dell'autrice avevano finito per trasformare in pregiato volume unico con "carta di lusso e illustratissimo". Ma "I maestri dell'Arte italiana", passati in tipografia nel marzo del 1944, si arenavano inesorabilmente nelle pieghe della guerra, mentre giungeva nel 1945 la comunicazione che, distrutto lo stabilimento tipografico e sotto sequestro la casa editrice, il lavoro era sospeso e l'originale, ritrovato tra le macerie, "messo a dormire". Imperterrita, quello stesso anno, Franchi tentava con Valsecchi l'edizione di un dizionario enciclopedico artistico mondiale che l'editore, fermo restando il proposito della pubblicazione, rinviava all'anno successivo. (Per la corrispondenza con gli editori si veda presso il Fondo Anna Franchi della Biblioteca Labronica di Livorno "Corrispondenza" Vol. VIII). Se le cronache ricordavano la "Sora Annina", amica degli artisti e conoscitrice puntuale delle opere, la critica ufficiale, nel costituire e affinare l'analisi del movimento macchiaiolo, tendeva ad isolarla, disconoscendole, nei casi di intenzionale rimozione, anche l'indiscusso merito di aver presentato a più vasto pubblico le idealità e l'arte dimenticata di quei pittori che avevano inteso dare battaglia alle convenzioni accademiche quanto agli oppressori di un paese non ancora libero. Se è indubbia quell'impronta aneddotica più volte rinfacciata ai suoi scritti e dichiaratamente debitrice delle parole lasciate da Telemaco Signorini e Adriano Cecioni - "Caricaturisti e caricaturati al Caffè Michelangelo" pubblicato dal primo nel 1893 e gli "Scritti e ricordi" del secondo editi nel 1905 -, resta, nucleo vitale di riflessione, quell'incitamento alla libertà che, vena sotterranea, traversa indistintamente le pagine "macchiaiole". Ugo Ojetti, nei "Ritratti d'artisti italiani" pubblicati da Treves nel 1911, ometteva dalle vite di Signorini e Fattori la pur semplice citazione del volume composto da Anna Franchi nel 1902, tanto da suscitare le perplessità di Ettore Janni che, in un articolo sul "Corriere della Sera" del 18 aprile 1911, segnalava l'anomalia. Un contenzioso, quello con Ojetti, destinato a protrarsi negli anni, costringendo Franchi a scrivere ancora nel maggio del 1953 una lettera di rimostranze a Mario Missiroli, con l'intento di far rettificare un articolo di Orio Vergani su "I taccuini inediti di Ugo Ojetti", ribadiva così che "La prima ad occuparsi dei Macchiaioli Toscani sono stata io" e che "Ugo Ojetti è venuto - se mai - dopo di me a scoprire i Macchiaioli". Mentre dalla Francia l'incoraggiamento indiretto di Matisse le infondeva le forze per un ennesima, ultima, difesa di quegli artisti e del suo ruolo (cfr. "Aprile 1954" in Fondo Anna Franchi della Biblioteca Labronica di Livorno B XV 16.9). Le carte Anna Franchi conservate negli Archivi della Fondazione Elvira Badaracco I dodici manoscritti autografi di Anna Franchi, conservati negli Archivi della Fondazione Elvira Badaracco e recentemente acquisiti sul mercato antiquario, costituiscono un nucleo omogeneo di scritti tutti dedicati agli artisti macchiaioli. Le 356 carte già suddivise in dodici fascicoli si presentavano ordinate secondo le dimensioni di formato cartaceo. Dopo aver effettuato la stesura delle carte, si è proceduto alla sostituzione dei fermagli in ferro con fermagli ricoperti in plastica e alla disposizione di ciascun saggio in una cartellina di carta riportante sul fronte la segnatura del fascicolo e il titolo del saggio. I manoscritti autografi della Fondazione Elvira Badaracco, non sembrano riconducibili ad alcun testo edito dell'autrice, né trovano doppia versione tra i documenti conservati nel fondo Anna Franchi presso il Centro di Documentazione e Ricerca Visiva, Villa Maria, sezione della Biblioteca Labronica "F. D. Guerrazzi" di Livorno. Affini per contenuti e forma agli scritti macchiaioli dell'autrice non sono difatti ad essi perfettamente sovrapponibili. Potrebbe piuttosto trattarsi di versioni di saggi rimasti inediti o di stesure intermedie, se non di appunti per probabili discorsi pubblici. Nel riordino si è considerato opportuno presentare i dodici manoscritti autografi seguendo un ordine tematico piuttosto che di formato, rispettando così la sequenza adottata dalla stessa Franchi nel suo volume "Arte e artisti toscani: dal 1850 ad oggi", pubblicato presso Alinari nel 1902, e successivamente ripresa ne "I Macchiaioli toscani" del 1945. L'impossibilità di ricondurre gli scritti ad una sequenza cronologica puntuale, pure circoscrivibile tra il secondo decennio del Novecento e la fine degli anni Quaranta, ha difatti suggerito di assumere un criterio di ordinamento tematico fedele alle scelte operate dalla stessa autrice nella sua produzione edita. Si è poi ritenuto opportuno ripristinare l'intestazione del manoscritto autografo contenuto nel fascicolo 1 recuperando il titolo "Due parole di prefazione", sostituito dalla stessa autrice a quello "Macchia e al Caffè Michelangelo" cancellato a penna. La bibliografia correlata alla descrizione di ciascun manoscritto segnala le pagine edite da Anna Franchi sullo stesso tema e riconducibili, per affinità di contenuto e a volte di struttura, al manoscritto autografo. Gli strumenti di corredo segnalano inoltre i documenti conservati nel fondo Anna Franchi della Biblioteca Labronica "F. D. Guerrazzi" di Livorno che richiamano, per coincidenza tematica, il manoscritto autografo descritto. Nelle note sono invece quei soli elementi che possono rilevarsi utili indizi di datazione e, altrimenti, indicazioni necessarie ad una contestualizzazione del manoscritto all'interno della produzione edita ed inedita di Anna Franchi. L'indice elenca infine i soggetti principali dei manoscritti autografi, non avendo ritenuto opportuno estendere l'indicizzazione a persone solo menzionate o marginalmente trattate all'interno di ciascun documento. Il lavoro di riordinamento e inventariazione è stato svolto dalla dott.ssa Maria Mignini con la supervisione archivistica della dott.ssa Alessandra Miola. Il lavoro è stato realizzato in cofinanziamento con la Fondazione Cariplo. Bibliografia: Anna Franchi, scritti editi sugli artisti del gruppo macchiaiolo. Anna Franchi, Arte e artisti toscani: dal 1850 ad oggi, Alinari, Firenze 1902. Anna Franchi, Vincenzo Cabianca, in "Corriere Italiano", 1902. Anna Franchi, Inaugurandosi l'esposizione di Venezia. Un acquafortista toscano: G. Fattori, in "La Lombardia", 1903. Anna Franchi, Quinta esposizione di Venezia, Francesco Lumachi, Firenze [1903]. Anna Franchi, Esposizione Signorini, in "La domenica fiorentina", 1904. Anna Franchi, Un pacifico innamorato delle battaglie. Giovanni Fattori, in "Il Secolo XX", 1905, pp.671-683. Anna Franchi, Telemaco Signorini, in "Il Secolo XX", 1909, pp. 482-490. Anna Franchi, Proemio e I Macchiaioli, in Esposizione Retrospettiva 1910 della Società delle Belle Arti in Firenze. Catalogo delle opere, Alfani e Venturi, Firenze [1910], pp. 15-49. (Il testo I Macchiaioli è tratto da Arte e artisti toscani… 1902). Anna Franchi, Giovanni Fattori, Alinari, Firenze 1910. Anna Franchi, Ieri e oggi, in "Nuovo giornale", aprile 1913. Anna Franchi, I Macchiaiuoli toscani. Ricordi e aneddoti, in "La Lettura", 1 gennaio 1922, pp. 49-57. Anna Franchi, Lodovico Tommasi, in "Liburni Civitas", VIII, 1935, 1, pp. 41-50. Anna Franchi, Umanità di Giovanni Fattori, in "Nuova Antologia", LXXIII, 1938, fasc. 1581, pp. 309-317. Anna Franchi, La mia vita, Garzanti, Milano 1940, pp. 162-231, 387-388. Anna Franchi, Prefazione a Raccolta d'arte, artisti italiani dell'800. 60 acqueforti di Giovanni Fattori, Esposizione-Vendita 18-31 ottobre 1941, Galleria d'arte "Firenze", Firenze 1941, pp. 5-13. Anna Franchi, I Macchiaioli toscani, Garzanti, Milano 1945. Anna Franchi, Umanità dei Macchiaioli, in "L'Araldo dell'arte", 10 novembre 1947. Anna Franchi, Prefazione a Maria Piera Cazzullo, La Scuola Toscana dei Macchiaioli, Cya editore, Firenze [1948], pp. 11-15. Anna Franchi, Cristiano Banti, in "Arte mediterranea", luglio-agosto 1949, serie III, pp. 27-40. Anna Franchi, I tre matrimoni di Giovanni Fattori, in "Nuova Antologia", LXXXVII, 1952, fasc. 1821, pp. 77-83. Anna Franchi, Visioni lontane e bagliori di ricordi, in "Rivista di Livorno", 1953, n. 4, pp. 35-42. Anna Franchi, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini. Conferenze e saggi, Ceschina, Milano 1953. (Composto da una Precisazione del luglio 1953, e due saggi uno su Giovanni Fattori, l'altro, dal titolo Due anime diverse nella medesima via, su Silvestro Lega e Telemaco Signorini). Strumenti di corredo: Fondo Anna Franchi, Centro di Documentazione e Ricerca Visiva, Villa Maria, sezione della Biblioteca Labronica "F. D. Guerrazzi" di Livorno. E' indicata di seguito una selezione tra i manoscritti autografi e le carte dattiloscritte dei soli documenti a carattere storico-artistico. Manoscritti autografi: B IV (Storia dell'arte - Storia dell'arte dalle origini al 1900). Manoscritti autografi: B V (2. Storia dell'arte per le prime classi). Manoscritti autografi: B VII (Incisori, schede di lavoro ordinate in ordine alfabetico e con indicato il monogramma e i dati essenziale dell'artista; Scultori; Miscellanea di scultori e incisori). Manoscritti autografi: B XI (19. Livorno e la sua arte - i suoi artisti) Manoscritti: B XIII (2. Conferenze; 3. Bozze di stampa correte del saggio Donne artiste nel Rinascimento) Manoscritti autografi: B XIV (1. Ancora una parola, trascrizione dattiloscritta in B XVI 15 con il titolo Davanti a due quadri di Fattori; 6. La macchia, trascrizione dattiloscritta in B XVI 10 bis; 12. Dice il vecchio Fanfani, trascrizione dattiloscritta in B XVI 10 con il titolo Sulle accademie). Manoscritti autografi: B XV (16. I Macchiaioli, suddiviso nei fascicoli: 16.1. Manoscritti su Fattori; 16.2. Appunti sui Macchiaioli; 16.3. I Macchiaioli, trascrizione dattiloscritta in B XVIII 41 con il titolo Conferenze sull'arte; 16.4. Collezioni private o Silvestro Lega, manoscritto datato 1950; 16.5. I Macchiaioli; 16.6. Raffaello Sernesi; 16.7. I Macchiaioli toscani; 16.8. I Macchiaioli, aggiunta l'indicazione "conferenza 1910"; 16.9. Aprile 1954, trascrizione dattiloscritta in B XVIII 40; 16.10. I Macchiaioli toscani; 16.11. I Macchiaioli, trascrizione dattiloscritta in B XVI 14 con il titolo Visioni lontane e bagliori di ricordi edito in "Rivista di Livorno", 1953, n. 4, pp. 35-42). Carte dattiloscritte: B XVI (6. Due anime diverse nella medesima vita, edito in Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini. Conferenze e saggi, Ceschina, Milano 1953; 9. Inaugurazione di un cenacolo, conferenza pronunciata nel febbraio del 1951; 10. Sulle accademie, dattiloscritto datato marzo 1953, versione manoscritta in B XIV 12; 10. bis La Macchia, dattiloscritto datato marzo 1953, versione manoscritta in B XIV 6; 12. Precisazione, edito in Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini. Conferenze e saggi, Ceschina, Milano 1953; 13. Un quadro di Silvestro Lega; 14. Visioni lontane e bagliori di ricordi, versione manoscritta in B XV 16.11, edito in "Rivista di Livorno", 1953, n. 4, pp. 35-42; 15. Davanti a due quadri di Fattori, versione manoscritta in B XIV 1; 16. Giovanni Fattori, edito in Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini. Conferenze e saggi, Ceschina, Milano 1953; 18. Storia dell'arte - per le prime classi; 19. Ricerca sull'arte). Carte dattiloscritte: B XVIII (2. Cristiano Banti, edito in "Arte mediterranea", luglio-agosto 1949, serie III, pp. 27-40; 8. Leonardo da Vinci; 28. Storia dell'arte; 40. Aprile 1954 versione manoscritta in B XV 16.9; 41. Conferenze sull'arte versione manoscritta in B XV 16.3)

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