Diritti in movimento

Il progetto “Diritti in Movimento” raccoglie e mette a fuoco i processi politici femministi degli anni ’70, in uno sforzo di memoria storica. Il progetto attraversa poi i decenni successivi del secolo scorso per giungere ai tempi nostri, indagando e ricercando le continuità e le discontinuità nelle tecniche difensive, nella relazione tra l’avvocata e le donne protagoniste processuali (parti offese, parti civili costituite o imputate) e con i movimenti e le associazioni (modalità di divulgazione degli eventi processuali e l’organizzazione di proteste, convegni, discussioni a livello nazionale e locale, anche dentro le istituzioni).

Processo a M. G.
Fatto di Bologna 20 agosto 1978
Infanticidio

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Gruppo di lavoro

Direzione scientifica
Avv. Maria Virgilio

Con la collaborazione di:
Prof.ssa Toni Rovatti, per gli aspetti storico politici
Prof.ssa Pina Lalli, per il settore della comunicazione mediatica

Ricercatrici
Giulia Carati
Bluanna Baccarin

Relazione sul progetto – Prima fase

L’opportunità è stata offerta dal lavoro di riorganizzazione, riordino e catalogazione di fascicoli processuali (comprensivo di materiali extraprocessuali) e di cartelle di documentazione presenti presso lo studio legale di Maria Virgilio, avvocata del Foro di Bologna.
Nell’archivio dello studio legale Virgilio sono stati scelti per la analisi in questo progetto i seguenti procedimenti:

  • Processo per procurato aborto a Gigliola Pierobon, I. S. e R. C. – Tribunale di Padova, 1973
  • Processo per diffamazione a Violetta Ferrioli e Valentino Parlato – Tribunale di Ferrara, 1975-1984
  • Processo per peculato a N.R., S.C. – Tribunale di Ferrara, 1975-1983
  • Processo per negligenza e lesioni a N.R., V.F., B.E. – Tribunale di Ferrara, 1979-1984
  • Processo per procurato aborto, esercizio abusivo della professione medica, associazione a delinquere a Conciani, Spadaccia, Faccio e Bonino, S. G. e altre – Tribunale di Firenze, 1975-1991
  • Processo per molestie e lesioni personali a L.A. – Tribunale di Bologna, 1977-1979
  • Processo per infanticidio a M.G. – Tribunale di Bologna, 1978
  • Procedura per richiesta di I.V.G. presso il Giudice Tutelare – Tribunale di Bologna, 1978
  • Processo per violenza carnale e ratto a fine di libidine a D.S. – Tribunale dei minori di Bologna, 1983-1987
  • Processo per blocco stradale e occupazione abusiva a H.K. e altre – Tribunale di Ragusa, 1983-1984 e Tribunale di Bologna 1984-1985
  • Processo per abuso d’ufficio e violenza carnale a L.G. – Tribunale di Cremona, 1990-1996

In tutti i suddetti procedimenti l’avv. Virgilio ha svolto il ruolo di difensore, tranne nel procedimento a carico di Gigliola Pierobon, relativamente al quale nell’archivio figura un faldone con la relativa documentazione.

Ogni fascicolo è stato digitalizzato e schedato in modo da rendere eventualmente accessibili i documenti che lo compongono. Tale materiale resta ora vincolato nella segretezza professionale dell’archivio legale.
La digitalizzazione ha consentito di realizzare per ognuno dei procedimenti una scheda (anonima, tranne per i casi di Pierobon e Simeoni che hanno avuto notorietà storica pubblica, anche per volontà delle protagoniste).
Tale scheda è descrittiva di ciascuna vicenda processuale (e politica). Il modello di scheda utilizzato contiene le seguenti voci:

  • Titolo identificativo di sintesi.
  • Estremi del processo
  • Fatto
  • Imputazione
  • Difesa
  • Iter processuale
  • Soggetti politici coinvolti
  • Stampa d’epoca
  • Stampa militante

La scheda si chiude con un elenco di allegati, scelti tra i più significativi della vicenda. Gli allegati selezionati sono stati resi anonimi.

Quei processi furono consapevolmente processi “politici”, nel senso di superare le logiche tradizionali del processo “tecnico”. Nell’avvocatura nazionale si costituì di fatto una rete di avvocate (allora, per le donne, si diceva avvocato o avvocatessa) e avvocati, esponenti noti di un attivismo militante e disponibili a strategie e tattiche difensive non solo strettamente tecniche, da elaborate e discutere collettivamente anche in luoghi diversi dallo studio legale. A Bologna si costituì un gruppo, il “Collettivo politico Giuridico”, operante fino al 1979; analoga esperienza fu quella del Soccorso Rosso di Milano.

Un filo conduttore importante fu anche quello delle aggregazioni politiche che a quei processi in vari modi parteciparono. Ci riferiamo qui principalmente ai Gruppi per il salario al lavoro domestico e alle sue attiviste di Padova e Ferrara. Al processo padovano di Pierobon tutte le donne in aula urlarono “Anche io ho abortito”; alcune furono fermate e imputate. I loro nomi ritornano fra le testimoni e le protagoniste anche dei successivi processi ferraresi.

Le strategie difensive si proponevano di contestualizzare le singole vicende trasformandole da individuali a collettive. I difensori con uno scritto/memoria depositato al tribunale (e pubblicizzato fuori processo) chiedevano al Tribunale di voler ammettere in aula le testimonianze di esponenti del mondo culturale e scientifico e la produzione di testi scritti che provassero la dimensione pubblica e dunque politica delle problematiche relative all’autodeterminazione del corpo femminile, sia quanto alle scelte riproduttive sia quanto alla sfera della sessualità. In alcune di quegli scritti a memoria difensiva sono citati volumi e riflessioni proprio di Elvira Badaracco, cui è dedicata la omonima Fondazione, responsabile del presente Progetto.

Il Progetto Diritti In Movimento – nel quadro della particolare sensibilità archivistica della Fondazione Elvira Badaracco, Studi e documentazione delle donne – costituisce solo un primissimo passo nella ricerca e nella riflessione sul femminismo giuridico. Attraverso la visibilità di questa prima serie di materiali il Progetto intende fornire una prima opportunità, impegnandosi non solo a proseguire e approfondire questo lavoro, ma anche auspicando altri sguardi diretti sulla documentazione offerta alla memoria storica.